Quando un gioco innocente si trasforma in una vera e propria caccia all’uomo.
Il regista di Immaturi e Tutta colpa di Freud si cimenta in un vero e proprio capolavoro di scrittura e regia. Nonostante il tema sia terribilmente complesso e articolato, Paolo Genovese riesce a mantenersi distaccato e critico, analizzando in modo spregiudicato una situazione al limite dell’assurdo che però è, paradossalmente, il pane quotidiano di molte coppie schiave dei propri smartphone.
La macchina da presa osserva tutto senza intervenire e ciò che si vede è quello che succede. In realtà molto di ciò che non si nota a un primo sguardo viene lasciato intendere, senza fraintendimenti, dai dialoghi brillanti e dalla sceneggiatura precisa e incalzante.
Nel momento in cui viene proposto e accettato il “gioco del massacro” si arriverà al punto di non ritorno,rolex replica al punto di rottura, e da qui i fatti non posso che svilupparsi per inerzia in una catena terribile di causa-effetto. Ad ogni squillo di telefono sale la tensione, come in un thriller.

Il tutto condito con la dose perfetta di comicità, non ridicola ma genuina, che diventa quasi macabra e inquietante. Il risultato è esilarante e al contempo dannatamente serio, senza mai perdere di vista la crudele consapevolezza della situazione.
Quello che è iniziato come un innocente passatempo è diventato una caccia all’uomo senza pietà. E voi, lascereste il vostro cellulare nelle mani di qualcun altro?