La notte dei morti viventi – George A. Romero

da | Mar 31, 2020 | Recensioni

Il primo vero zombie movie: quando orrore e critica antropologica si uniscono per creare un capolavoro.

Era il primo ottobre 1968 quando nelle sale cinematografiche statunitensi veniva proiettato per la prima volta quello che, di lì a poco, sarebbe diventato uno dei più grandi horror di tutti i tempi. 

Diretto dal maestro George Andrew Romero, La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead), rappresenta uno spartiacque fondamentale per il cinema moderno. La pellicola segna l’inizio di uno dei filoni narrativi più famosi e gettonati di sempre: l’apocalisse zombie.

Pennsylvania. Barbra e suo fratello Johnny si recano in un cimitero di campagna per portare gli onori al loro padre defunto. I due poco prima di andarsene vengono raggiunti e attaccati da un uomo dalle sembianze cadaveriche. La donna in preda al panico riesce a scappare e si barrica dentro una casa coloniale nei pressi del cimitero. Qui farà la conoscenza di altre persone che come lei sono fuggite da questi strani ed efferati attacchi. La pellicola narra la storia della notte che i personaggi trascorreranno insieme dentro la casa cercando di sopravvivere alla grande orda di morti viventi che cercheranno di entrare per saziare la loro fame.

Basterebbe questo per considerare il film una colonna portante del cinema e in generale della cultura moderna. Il regista newyorkese delinea per primo la figura di uno dei villain più famosi della cultura occidentale: lo zombie. Per fare questo si ispira al noto romanzo post apocalittico “Io sono leggenda” di Matheson, per poi prendere una strada propria donando alla figura del morto vivente una profondità antropologica mai vista prima. 

Nel film viene sì menzionata una possibile causa a questa ondata di omicidi efferati che culminano con il cannibalismo, ma senza darle troppa importanza. La genialità della pellicola non sta nel mostrare lo scontro tra uomo e zombie. Bensì tra uomo e uomo. Romero fa vivere una situazione di puro terrore a persone di etnia ed estrazione sociale differente per capire quanto gli esseri umani nelle difficoltà riescano a mettere da parte le loro “differenze” per fare fronte comune. 

Delineando quanto paradossalmente ci sia più umanità nello zombie (che senza mezzi fini vuole semplicemente ottemperare alla necessità di nutrirsi) piuttosto che nell’essere umano: egoista, spietato e prepotente con i suoi simili persino in una situazione del genere.

Se ciò non bastasse Romero utilizza la figura zombesca come metafora del capitalista: idealizzato dall’autore come un essere accecato unicamente dalla voglia di nutrirsi degli altri. Metafora che verrà potenziata e approfondita nel grandissimo sequel “Zombi” (Dawn of the Dead) del 1978.

Ad una scrittura dotata di un autorialità immensa (soprattutto se si pensa che la suddetta pellicola rappresenta l’esordio del cineasta) troviamo una regia estremamente “forte”. 

Il grande utilizzo della macchina a mano nei momenti concitati, le inquadrature fisse spesso inclinate nei momenti di “tranquillità” apparente, la pressante colonna sonora dai toni gravi e ansiogeni (co-prodotta dallo stesso Romero) e persino gli effetti speciali assolutamente verosimili per l’epoca permetto alla pellicola di essere d’impatto non solo nel contenuto, ma anche e soprattutto nella forma. 

Persino il bianco e nero della pellicola rappresenta un valore aggiunto: esso crea un gioco di luci e ombre che delinea un’atmosfera sporca, squallida e assolutamente terrificante. 

Romero non ha peli sulla lingua e nella pellicola distrugge ogni tabù dell’epoca mostrando una crudezza che non risparmia neanche le figure dei bambini. Menzione speciale per la grandissima scena in cui una bambina si renderà protagonista di un avvenimento che, per evitare di rovinare l’esperienza a chi ancora non ha visto il film, non verrà esplicitato.

La notte dei morti viventi rappresenta l’inizio e anche la massima espressione di un filone narrativo ormai stra abusato e bidimensionale in cui è la violenza fine a se stessa e l’azione in stile “macho” a fare gola al pubblico. Se quello che cercate però è un film di zombie con una profondità tale da fornire uno spaccato antropologico e socio culturale dell’età moderna con una critica all’attuale sistema finanziario, beh, è questo il capolavoro che fa per voi.

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