Un barlume di speranza per l’ormai abusato e stuprato genere post apocalittico.
The Road è un film del 2009 diretto da John Hillcoat e tratto dell’omonimo romanzo di Cormac McCarthy pubblicato nel 2006 e vincitore del premio Pulitzer nell’anno successivo.
Il pianeta a causa di una serie di catastrofi naturali si è trasformato in una grigia e arida distesa di terra in cui è difficile sopravvivere. Il clima sempre più rigido e la sempre minore presenza di cibo ha fatto sì che molti dei pochissimi sopravvissuti rimasti si conglomerassero in gruppi di cannibali o in bande criminali disposte a tutto pur di nutrirsi.
I protagonisti della pellicola sono un padre ( Viggo Mortensen) e suo figlio (Kodi Smit-McPhee) intenti a compiere il loro viaggio verso la costa est degli Stati Uniti con l’obbiettivo di raggiungere una zona climaticamente mite sfuggendo così al fatale inverno che ormai incombe.

John Hillcoat dirige la pellicola con una regia classica, senza virtuosismi, ma comunque in modo molto efficace. La macchina da presa è per la maggior parte del tempo distante dai protagonisti, permettendo la valorizzazione del contesto in cui essi sono immersi: strade distrutte, case abbandonate, porti senza acqua, città fantasma. La desolazione di un mondo che ormai ha cessato di vivere è tangibile e la messa in scena, punto di forza del film, lo comunica in maniera prepotente allo spettatore.
Hillcoat dimostra di essere capace di gestire bene i tempi e la somministrazione progressiva della tensione in scene che rasentano quasi l’horror: come ad esempio la sequenza in cui padre e figlio entrano nell’inquietante cantina di una casa abbandonata.
Molto bella soprattutto la fotografia con una palette colori tendente al grigio che rende molto bene la freddezza e lo stato di abbandono in cui la terra, insieme ai suoi pochissimi sopravvissuti, si riversa. Analogamente a livello sonoro, oltre alle discreta soundtrack, troviamo soprattutto un comparto di effetti audio convincente e immersivo.

Dal punto di vista della scrittura il film si prende i suoi tempi rendendo equilibrato il rapporto tra i momenti di esplorazione e quelli di riflessione e dialogo dei personaggi. Sono soprattutto questi ultimi a rendere interessante la pellicola che sfrutta i suddetti momenti per trattare temi introspettivi come la religione o il suicidio.
Plauso inoltre a Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee per la grande interpretazione. Soprattutto quest’ultimo, che all’epoca della lavorazione della pellicola aveva circa tredici anni, ha dimostrato una notevole capacità mimica sia nelle sequenze di dialogo che, soprattutto, nelle sequenze più drammatiche e cruente.

The Road si presenta come uno dei film meglio riusciti sulla realtà post apocalittica degli ultimi anni. Come accennato nel precedente articolo su La notte dei morti viventi di Romero, questo è un tema ormai abusato da molti media, e il rischio di ricadere sulla banalità dell’azione e la piattezza dei personaggi è sempre molto alto. The Road invece prende le distanze dagli errori commessi da altre pellicole mostrando una realtà desolante e angosciante in cui l’azione vera e propria non è quasi mai presente, lasciando spazio alla psicologia dei personaggi e all’atmosfera. Forse per questo, tristemente, il film ha avuto un bassissimo successo di pubblico.
Il regista attinge a piene mani dal grande mare del post apocalittico riuscendo però nell’intento nel quale molti negli ultimi anni hanno invece fallito.